Se ti senti bloccato e confuso, se stai vivendo delle situazioni di grande sofferenza di cui non riesci a vedere la fine, se ti comporti in modo diverso da come razionalmente vorresti, la psicoterapia può aiutarti a comprendere il tuo disagio psicologico e a produrre un cambiamento positivo, concreto e duraturo.

È qualcosa che succede a moltissime persone, non sei un caso raro. Infatti, ciascuno di noi ha delle vulnerabilità che, in seguito ad una situazione di stress o ad un evento particolare, fanno emergere un disagio. Uno stesso evento può essere fonte di malessere per una persona ma non per un’altra, in base a come viene vissuto ed affrontato da ciascuno.

La capacità di fronteggiare gli eventi può essere sviluppata autonomamente dalle persone ma, quando questo non succede, lo psicoterapeuta viene in loro aiuto. Il risultato sarà una migliore capacità di comprendere te stesso e gli altri, compiere scelte ed azioni consapevoli e riconquistare un senso di pienezza ed equilibrio per te e per la tua vita.

“Il primo passo non ti porta dove vuoi, ma ti toglie da dove sei.”

Alejandro Jodorowsky

Aree di cui mi occupo principalmente

Disturbi dell’umore: depressione, disturbo bipolare

Chi soffre di depressione ha una visione negativa di tutto, si sente inutile, triste, non motivato, nemmeno per le attività che prima piacevano, come cucinare o fare sport. Spesso ha difficoltà ad alzarsi al mattino e non vede l’ora che arrivi sera, ma il tempo non passa mai. Si ritira socialmente e trova scuse per non uscire più di casa o per rifiutare gli inviti degli amici che piano piano non si fanno più sentire. Questi sintomi sono presenti anche nella fase depressiva del disturbo bipolare che è l’alternanza di periodi di depressione e di periodi di mania, ossia di umore alto con senso di onnipotenza.  Quando la persona è in fase di mania non avverte alcuna limitazione, crede di non aver bisogno di nessuno e di essere invincibile. Può compiere azioni rischiose (es. spese esagerate) di cui spesso si vergogna quando inizia nuovamente la fase depressiva e si rende conto di cosa ha fatto e di come si è comportata, anche con le persone care.

Disturbi d’ansia: ansia, fobia sociale, attacchi di panico

Chi soffre d’ansia spesso ha dei blocchi (per esempio negli studi, nel conoscere persone, nell’affrontare situazioni nuove, ecc.), evita determinate attività e situazioni perché gli creano paura, fosse anche solo andare al supermercato. Può diventare così dipendente dagli altri per farsi accompagnare ovunque o in specifiche situazioni, o per avere il loro supporto nell’affrontarle. Oppure ha paura di sbagliare o di non farcela, insonnia, scarsa concentrazione, paura del giudizio, agitazione, rimuginio (pensieri ripetitivi, negativi e inconcludenti). Si può arrivare ad avere attacchi di panico con sintomi molto violenti quali difficoltà a respirare e senso di soffocamento, accelerazione del battito cardiaco e palpitazioni, sudorazione, dolore al petto, tremore, brividi o vampate di calore, nausea, vertigini, paura di impazzire, paura di morire.

Difficoltà legate a specifici momenti della vita o a traumi
  • Esperienze traumatiche (Covid19, incidenti, ecc.): questi eventi possono portare a paura, insonnia, incubi e difficoltà a concentrarsi a causa del continuo ripensare all’evento.
  • Lutto/perdita: quando una persona affronta una perdita (di un proprio caro, del lavoro, ecc.) tipicamente passa alcune fasi: negazione (“non può essere vero, non ci credo, si sono sbagliati”; la persona può vedere il caro defunto o sentirne ancora la voce); rabbia (la persona ce l’ha col mondo, anche col defunto e può restare ferma a questa fase e rimanere arrabbiata senza possibilità di vivere il dolore, accettare ed elaborare il lutto); patteggiamento (“almeno potessi sognarlo… almeno avesse potuto vivere fino alla laurea di nostro figlio…”); depressione (“perché devo soffrire così tanto?”, mal di testa, aumento o perdita di peso corporeo, irritabilità, insonnia oppure sonnolenza continua, tristezza); accettazione (la morte o la perdita acquistano un senso personale, con ripresa della vita e degli interessi).
  • Difficoltà riproduttive: i problemi ad intraprendere una gravidanza, a volte anche ricorrendo alla PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) spesso portano a pensare continuamente al mancato raggiungimento dell’obiettivo figlio, a un iperinvestimento sulla maternità o paternità, anche in virtù di pressioni culturali e/o familiari, a vissuti autosvalutativi e, a volte, a difficoltà all’interno della coppia.
  • Aborto: un’interruzione di gravidanza o un aborto spontaneo possono generare un senso di colpa, sentimenti contrastanti e, a volte, il pensiero costante al figlio non nato di fronte alla vista di altri bambini.
  • Tradimenti o abbandono inaspettato da parte del partner: questo tipo di evento può portare la persona a non riuscire più a fidarsi dell’altro/a (con conseguente difficoltà ad iniziare una nuova relazione) e a volte neppure di sé perché si rimprovera per non essersene accorta. Ne conseguono sospettosità, a volte anche esagerata, pessimismo su possibili relazioni future, svalutazione personale, confusione e a volte angoscia, immobilità o rabbia.
  • Malattie: in questi casi spesso emerge il cosiddetto cordoglio anticipatorio, ossia una sofferenza interiore che spesso può non essere espressa, dovuta alla minaccia di qualcosa di ineluttabile che sta per accadere e di una perdita incombente. Ne conseguono senso di smarrimento di fronte alla diagnosi, incertezza, senso di impotenza, vissuti depressivi, ritiro o iperattività, rabbia.
Disagi relativi a bassa autostima, senso di inadeguatezza

Chi soffre di scarsa autostima ha la sensazione di non essere mai all’altezza delle situazioni o delle altre persone, teme il giudizio degli altri e per questo è alla ricerca costante di conferme, anche nelle piccole attività quotidiane. Ne conseguono la mancanza di iniziativa per qualsiasi attività e rimuginio (ossia pensieri ripetitivi, negativi e inconcludenti) che causano limitazioni nei rapporti interpersonali e nella realizzazione di sé, sia in famiglia che nel lavoro.

Disagi, difficoltà o dubbi legati all’orientamento sessuale (LGBT)

Possono riguardare sia la presa di consapevolezza del proprio orientamento sessuale (e talora la difficoltà ad accettarlo) sia le eventuali difficoltà relazionali ad esso legate (es. comunicazione alla famiglia e nel contesto di vita, aspettativa di un rifiuto, paura di “uscire allo scoperto”).

Difficoltà relazionali in famiglia e/o nel lavoro

L’incapacità di gestire alcune situazioni nuove o stressanti può causare difficoltà relazionali che si manifestano con irritabilità, rigidità, paura, scatti di rabbia. Ne conseguono evitamento e ritiro, inappetenza, insonnia, agitazione, senso di incertezza e indecisione.

Il mio approccio

Mi piace paragonare la psicoterapia a un viaggio: lo psicoterapeuta aiuta il paziente a capire qual è la sua meta e a pianificare ed ottimizzare il percorso valutando insieme le tappe. Ma le similitudini tra psicoterapia e viaggio interessano anche altri aspetti:

  • hanno un inizio e una fine: la psicoterapia non deve creare dipendenza;
  • accolgono in sé il tema della ricerca e della scoperta, della fatica ma anche della soddisfazione: la psicoterapia può avere anche momenti di difficoltà, ma il fine ultimo è la riconquista di un senso di pienezza per sé e per la propria vita;
  • si possono fare in moltissimi modi diversi: la psicoterapia va modellata sulla singola persona pur poggiandosi su basi scientifiche che indicano al professionista linee guida generali;
  • la meta e il percorso non sono definiti in modo rigido ed uguale per tutti.

Nella terapia, io e il mio paziente siamo esperti alla pari, nel senso che lui è l’esperto delle sue sensazioni, pensieri, fantasie ed emozioni che io non giudico, ma di cui semplicemente prendo atto, mentre io porto la mia competenza nel metodo con cui poter raggiungere gli obiettivi che abbiamo deciso insieme.

Insieme, arriviamo a una comprensione maggiore di quello che sta succedendo per poter di conseguenza trovare soluzioni ad hoc che lo facciano stare bene.

Domande frequenti

È normale avere dei dubbi prima di rivolgersi ad uno psicoterapeuta. Mi auguro che le informazioni che troverai in questa sezione ti aiuteranno a chiarirli.

Cosa devo aspettarmi quando contatto uno psicoterapeuta?

Le persone che decidono di intraprendere una psicoterapia e chiedono il mio aiuto, molte volte non sanno cosa aspettarsi. Ecco come io gestisco i passaggi principali. 

Durante la prima seduta, che dura 1 ora (così come le altre sedute), cominciamo a conoscerci. Durante questo colloquio è importante che tu ti senta libero di raccontare le cose a modo tuo, così come tu le senti. Il mio ruolo non è quello di giudicarti, ma di valutare se e come posso esserti d’aiuto.

Alla fine di questo primo incontro, abbozziamo un obiettivo e una previsione di massima di quanto potrà durare il percorso di terapia. Inoltre, decidiamo la frequenza iniziale delle sedute, che di solito è 1 volta alla settimana. Sia l’obiettivo che la frequenza potranno cambiare, se decideremo insieme in tal senso. Dopo il primo colloquio sarai comunque libero di decidere se intraprendere o meno questo percorso.

Durante i nostri incontri dialogheremo. La psicoterapia, infatti, è essenzialmente una cura attraverso la parola. Ti aiuterò ad esprimerti senza forzarti e tutto ciò che dirai durante la seduta sarà confidenziale perché coperto dal segreto professionale.

Dato il periodo incerto, a causa del Coronavirus, possiamo organizzare i nostri incontri in video conferenza con Whereby, Skype o Whatsapp se questo può farti sentire più tranquillo. Altrimenti li faremo nel mio studio, mantenendo le distanze di sicurezza, indossando la mascherina e seguendo tutte le altre indicazioni ministeriali in materia di contenimento del COVID-19.

Perché rivolgersi ad uno psicoterapeuta?

Chiedere aiuto ad un professionista è un segno di forza e di responsabilità, verso se stessi e i propri cari. È anche un modo per ottimizzare i tempi e superare i periodi di impasse in maniera più rapida ed efficace.

Lo psicoterapeuta ha acquisito conoscenze specifiche sul comportamento umano ed è tenuto ad aggiornarsi costantemente nella propria disciplina. Aiuta chi può averne bisogno a migliorare la capacità di comprendere se stesso e gli altri e di comportarsi in maniera consapevole ed efficace.

Ricorda che “la salute è uno stato dinamico di completo benessere fisico, mentale, sociale e spirituale, non mera assenza di malattia” (OMS) e lo psicoterapeuta ti può aiutare a raggiungere questo stato e a goderti di nuovo la vita, in particolare a:

 

  • superare un momento di crisi
  • riottenere un equilibrio dopo averlo perso
  • confrontarti rispetto a delle scelte difficili
  • stare meglio quando emergono pensieri negativi, ansia, sensazioni di vuoto, attacchi di panico.
Quanto dura una psicoterapia?

Il percorso psicoterapeutico ha una durata variabile, non definibile a priori e dipende da diversi fattori: il paziente stesso (il tipo di problema, la disponibilità a mettersi in gioco, ecc.); lo psicoterapeuta (le sue caratteristiche personali, la sua competenza ed esperienza, la capacità di capire il paziente e costruire un dialogo con lui, ecc.); la sintonia che si crea tra paziente e psicoterapeuta, intesa come la capacità di lavorare insieme; gli eventi  che accadono nella vita del paziente durante il percorso terapeutico.

Per qualcuno il percorso terapeutico si esaurisce in un tempo relativamente breve, perché la difficoltà di partenza viene superata facendo leva sulle sue risorse e i suoi punti di forza. Per qualcun altro il percorso può essere più lungo, perché desidera confrontarsi con lo psicoterapeuta su più ambiti della propria vita, o perché il disagio espresso richiede un’esplorazione più profonda della sua storia personale, dei modelli relazionali appresi e di nuove opportunità di pensiero, azione e relazione.

Ad ogni modo, non voglio affrettare il processo terapeutico, ma nemmeno tenerti in terapia più a lungo del necessario o di quanto tu desideri.

Posso diventare dipendente dalla psicoterapia?

Lo scopo della psicoterapia non è quello di creare dipendenza ma anzi, è quello di accompagnare il paziente verso il superamento del suo momento di disagio e sofferenza, fornendogli tutti gli strumenti necessari per poter camminare da solo anche quando la terapia si è conclusa.

Qual è la differenza tra Psicologi e Psicoterapeuti?

Gli psicoterapeuti sono psicologi o medici che hanno seguito un’ulteriore e specifica formazione presso una delle Scuole di Specializzazione riconosciute dal M.I.U.R. (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca). Gli psicologi psicoterapeuti sono iscritti all’Albo degli Psicologi nella Sezione A con abilitazione alla Psicoterapia.

Quanto costa una seduta di psicoterapia?

La mia tariffa per ciascuna singola seduta è di 70 euro per la terapia individuale, in linea con i suggerimenti del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi. Si tratta di prestazione sanitaria perciò è detraibile dalla dichiarazione dei redditi.

Con quale frequenza si tengono le sedute e quanto durano?

Consiglio di incontrarci inizialmente 1 volta alla settimana, ma possiamo decidere diversamente in base alla tua disponibilità e agli obiettivi che ci proponiamo. Inoltre, questa frequenza può cambiare nel corso della terapia.

Ogni seduta dura 60 minuti.

Dove riceve?

Ricevo presso il mio Studio di Psicologia e Psicoterapia in Via Mogno 30 a Camposampiero (PD). Lo stabile è dotato di ascensore. Previo accordi anche in video conferenza sulla piattaforma Whereby oppure su Skype o Whatsapp.

Cosa fare se ho altre domande?

Se hai bisogno di ulteriori informazioni, sarò felice di risponderti: puoi contattarmi direttamente chiamandomi oppure inviando un SMS o Whatsapp al 339 7787756 o scrivermi un’email a info@evasponchiado.it. Ti risponderò entro 12 ore.

Telefono (chiamate, SMS e Whatsapp)

339 778 7756

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Email

info@evasponchiado.it

Indirizzo

Studio di Psicologia e Psicoterapia Dott.ssa Eva Sponchiado - Via Mogno 30 - 35012 Camposampiero (PD)

"Un viaggio di mille miglia comincia con un solo passo."

Lao Tzu